giovedì 15 maggio 2014

Sigov: "Siamo il polmone ferito, respirate con noi"

Secondo Konstantin Sigov, filosofo ucraino, «l’uomo è legato a ciò che crea la realtà, cioè è connesso con il Creatore, e questo lo rende libero dal potere. Questa idea di libertà dà la possibilità di vincere l’isolamento, di sentirsi pronti a dialogare con l’altro, che è ciò che ha dato origine all’Europa, secondo il desiderio dei suoi padri fondatori. La comprensione dell’altro, del diverso, è il tema chiave. In questo momento di profonda crisi politica, la gente ha recepito e vissuto davvero quello di cui ha parlato il primo presidente della Repubblica Ceca, Václav Havel, ne Il potere dei senza potere: l’uomo supera la menzogna dell’ideologia nella vita personale e sociale solo quando scopre l’altro, quando scopre la fiducia e la compassione»
«Il Maidan è stato il luogo dove si sono incontrati i membri parte dell’unione ucraina delle confessioni, e dall’altra parte chi non era pronto a partecipare a nessuna confessione. Si sono trovati insieme, sono stati solidali uno con l’altro e sono riusciti a collaborare con grandissimo rispetto reciproco».  

martedì 13 maggio 2014

Svetlana Panič: perdonateci

Svetlana Panič, storica della letteratura e traduttrice, ha scritto queste parole sul suo profilo facebook il 9 maggio, grande festa della vittoria sulla Germania.  

Da qualche parte ruggiscono grandezza e potenza, ma appena fuori dal centro la giornata, più che essere tranquilla, tace. Mentre vado a prendere il treno mi ferma una donna anziana. Molto anziana, direi di prima della guerra. Esita, poi mi dice a bassa voce: “Scusi, non mi potrebbe fare la carità, anche poco”. Arraffo delle monete. Come mi sono maledetta, poi, di non averle dato tutto quel che avevo, di non essermi offerta di accompagnarla in un negozio per comprare quel che voleva! Ho avuto appena la prontezza di rispondere al suo “Grazie” con un “Mi perdoni”. Poi ho pensato che questa è una parola molto importante oggi: perché non abbiamo trovato il tempo di farvi domande e di ascoltare, di ricordarci di voi non solo nelle feste ma quando eravate vivi. Perché sentendoci forti, sicuri di noi, intelligenti, non siamo stati capaci di salvarvi dalla miseria, dalle bugie e dalle umiliazioni. Perché trasformiamo le vostre sofferenze in un’arma contro chi la pensa diversamente. Perché, mentre combattevamo contro chi parassita la vostra memoria, e discutevamo se siano accettabili le canzoni che amate, quasi non ci siamo accorti di voi vivi. E di molto altro ancora: perdonateci. 

Solo in Cristo c'è unità

Nel 1948, don Divo Barsotti scrisse: 

In Cristo, Oriente e Occidente non sono due mondi divisi; rappresentano piuttosto due civiltà, due mentalità distinte, destinate a completarsi nella Chiesa Una. Ma se noi togliamo Cristo a questi due mondi non ci potrà essere alcuna possibilità di unione e d'intesa: Oriente e Occidente rappresentano allora due mondi divisi e destinati a scontrarsi in un urto che elida o l'uno o l'altro e sia, forse, la fine dell'uno e dell'altro. Sembra di far della retorica eppure rimane vero che Cristo soltanto può operare l'unità degli uomini e delle nazioni. Senza di Lui non c'è nulla fra gli uomini che valga a operare la loro unità: nessuna idea, nessun uomo.