mercoledì 16 aprile 2014

Mosca e il dolore, chi sono io?


Un fatto, un gesto può lasciare scettici o interpellare. "Chi sono io, davanti al mio Signore?", si è chiesto e ci ha chiesto domenica Papa Francesco. Se c'è questa domanda, se il dolore e la responsabilità per quanto sta avvenendo nel mondo, a partire dal dramma a noi più vicino - in Ucraina e in Russia - ci ferisce e ci interpella, ogni parola può diventare testimonianza, inizio di unità. 
A volte dialogare diventa estremamente difficile, complice il martellamento psicologico dei mass media: verità che parrebbero elementari vengono lette ideologicamente, alla verità dei fatti si frappongono montagne di pregiudizi, complessi, reazioni istintive che impediscono di arrivare all'altro e farsi ascoltare. E' solo la commozione per un'esperienza di bellezza, di libertà visibile, tangibile, che ci riporta all'essenziale e ci rimette in gioco. 

mercoledì 9 aprile 2014

Ucraina, una luce per l'Europa

Cosa è successo al Majdan? – si chiede e ci chiede monsignor Braschi. Il Majdan rappresenta una sfida, “per la nostra e la vostra libertà”, come si leggeva in uno slogan di piazza Majdan. Quello che il Majdan ci insegna è il risveglio della propria coscienza, della propria dignità. Ed è una provocazione per noi. Perché l’appello agli ideali europei arriva a cadere in un’Europa che si è dimenticata dei suoi valori. 
Non si può proporre un’immagine di Ucraina russofoba o russofila, il problema è chiedersi seriamente: non è che, forse, gli ucraini abbiano il diritto di costruirsi la loro identità nazionale? Si tratta di una identità molto giovane, di appena vent’anni. Ma sul Maidan, una generazione di ucraini che non hanno vissuto in una regione appartenente all’Urss, ma in un Paese indipendente, ha dimostrato che una coscienza nazionale esiste già. E questa ha diritto di esprimersi. Riconoscere la bontà di certe politiche, a tutela dei valori cristiani, non deve impedire di riconoscere che altre azioni contrastano radicalmente una visione cristiana della storia e della dignità della persona. È facile cadere nella tentazione di cedere interamente la salvaguardia della Fede a un imperatore, a un potere politico. È una tentazione molto forte e molto antica. 

martedì 1 aprile 2014

Piazza Majdan c’è ancora

Il diario di uno studente di letteratura russa che è andato a vedere cosa succede nelle strade di Kiev, dopo i giorni caldi della rivolta popolare.

Sergej ritiene che la vera componente filorussa in Ucraina si trovi solo in Crimea, le altre manifestazioni filorusse che tanto sono state sbandierate da Putin, dice, “sono false, sono russi portati direttamente da lì”. Putin è terrorizzato dal Maidan non come evento singolo, ma per il ruolo di grancassa che può giocare anche in Russia: i russi potrebbero convincersi che ci si può ribellare ad un potere malato che stritola la popolazione. Ammette, infine, che l’Ucraina è responsabile di quanto avvenuto, come Stato e come insieme di cittadini, “che per vent’anni si sono disinteressati del paese, non si sono preoccupati di creare un esercito forte, né di preparare elezioni oneste e un Parlamento capace.”
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