CRONOLOGIA DEL MAJDAN
- 21 novembre 2013
Il presidente Viktor Janukovič annuncia che non
firmerà l’accordo di Vilnius per l’associazione all’UE, previsto per il 28-29
novembre.
- 22-24 novembre
Prime manifestazioni di circa 5.000 giovani sul Majdan, con cartelli: "In Europa senza Janukovič".
- 29-30 novembre
Nella notte intervengono i Berkut e disperdono con
la violenza 1500 ragazzi con sfollagente e lacrimogeni, arresti. I manifestanti
si mettono in salvo nella chiesa di San Michele.
- 1 dicembre
Scendono in piazza 350.000 persone. Nuova carica
dei Berkut, arresti. Si registra la presenza di provocatori in borghese, i
«tituški». Singole persone si interpongono. Il gruppo di destra Svoboda occupa
il Municipio.
- 5 dicembre
Il governo lancia l’ultimatum: 5 giorni per sgombrare
il Municipio e la sede dei Sindacati.
- 8 dicembre
500.000
in piazza, si innalzano le barricate. Il
gruppo Svoboda abbatte la statua di Lenin. L’arcivescovo greco-cattolico Husar parla alla folla.
- 9 dicembre
Allo scadere dell’ultimatum la polizia fa
irruzione, sgombra tende e barricate. Il leader della protesta Jacenjuk lancia
l’appello a difendere il Majdan.
- 11 dicembre
Nella notte carica della polizia sul Majdan, la
folla non risponde con la violenza. Le ruspe distruggono l’accampamento. Si
contano i primi feriti. Sulla piazza la notte sono in 10.000.
- 15 dicembre
Sul Majdan sono in 200.000.
- 18 dicembre
Pavel Mazurenko viene picchiato da 5 Berkut, morirà
il 22.
- 16 gennaio 2014
Il parlamento approva, per alzata di mano, una
legge contro le manifestazioni, pene fino a 15 anni.
- 19 gennaio
Seguono sei giorni di scontri. In via Gruševskij scoppia
lo contro fra il gruppo “Settore destro” e i Berkut. Si interpongono alcuni
dimostranti e si arriva alla tregua.
- 20 gennaio
Carica dei Berkut, scontri con lanci molotov da
ambo le parti. Feriti.
- 21 gennaio
- 22 gennaio
- 22-23 gennaio
- 24-25 gennaio
- 26 gennaio
- 28 gennaio
- 30 gennaio
- 18-20 febbraio
18 febbraio: Polizia e Berkut sparano sui dimostranti, appostano
cecchini. Le due parti usano molotov: 26 dimostranti morti, 7 poliziotti.
19 febbraio: Corteo verso il Parlamento, dove si deve discutere
la riforma costituzionale, la polizia lo blocca e lo respinge in piazza.
Sparatorie, morti da ambo le parti.
20 febbraio: Continuano gli scontri. Arrivano per mediare i
ministri degli Esteri di Polonia, Francia e Germania. Sacerdoti salvano dal
linciaggio dei poliziotti bloccati nel loro mezzo. Il sindaco di Kiev si
dimette. Bilancio vittime dei tre giorni: 68 dimostranti, 11 poliziotti.
- 21 febbraio
- 22 febbraio
- 23 febbraio
- 25 febbraio
- 26 febbraio