mercoledì 5 marzo 2014

Testimonianza dalla Crimea di un sacerdote ortodosso

L’archimandrita Gavriil (Anisimov), monaco del monastero di San Paisij, ha raccontato:

Dopo averla chiamata per chiederle la benedizione, siamo andati in cinque a Balaklava, gli altri sono rimasti a celebrare. Siamo arrivati alle 16.15, siamo subito passati tra i militari russi e ci siamo messi tra loro e i cancelli della nostra unità militare ucraina. Abbiamo cominciato la preghiera per la rappacificazione dei belligeranti. I militari scioccati non sapevano cosa fare di noi. È arrivato un uomo in borghese e ci ha chiesto di allontanarci dai cancelli della zona militare.Gli ho detto che non potevamo andarcene, che la nostra coscienza cristiana ci imponeva di stare lì perché non venisse versato il sangue fraterno e che avremmo pregato in quel posto.
Dopo circa un’ora i militari hanno cominciato a muoversi, hanno acceso i motori degli autoblindo, hanno cominciato a stringere il cerchio verso i cancelli, proprio lì dove eravamo noi. Ho alzato la croce sopra la testa e abbiamo cominciato a cantare forte l’inno alla Vergine “Suprema Condottiera». Poi ho cominciato a parlare ad alta voce coi militari: davvero andreste contro a dei fratelli nella fede e nel battesimo? fratelli, fermatevi, e altre cose nello stesso spirito.
Le dirò onestamente che ho avuto davvero paura; quando ti puntano addosso la bocca di un mitragliatore e si sente il rombo dell’autoblindo, è terribile. Si sono fermati, per qualche momento sono rimasti proprio attaccati a noi, abbiamo cominciato a cantare «Vergine Madre», e dopo un po’ hanno cominciato a ritirarsi. Alcuni di quelli che stavano di fronte a noi si sono messi a gridare ai soldati di fermarsi. Poi sono arrivati dei filorussi con degli striscioni con degli slogan sull’annessione alla Russia. Siamo rimasti lì in piedi fino alle 21 passate. Durante questo tempo gente in borghese e militari ci passavano accanto, noi abbiamo recitato ininterrottamente la preghiera di Gesù.

Le truppe russe hanno cominciato a raccogliersi, i mezzi ad andarsene pian piano e i soldati sono saliti in macchina e se ne sono andati. Noi e la gente abbiamo recitato un ufficio di ringraziamento e ce ne siamo andati. La gente ci ringraziava e piangeva. Ci hanno fotografati dei giornalisti stranieri. Mi hanno inviato qualche link del «New York Times», del giornale inglese «Telegraph» e di un giornale francese. Oggi mi hanno chiamato degli amici da Parigi e mi hanno detto che mi hanno visto questa mattina fotografato in prima pagina. Ecco come è stato ieri. Oggi sono andato a vedere, e non c’erano più militari. Grazie per il suo sostegno!

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