domenica 2 marzo 2014

Appello ai cittadini russi

Stimati cittadini russi,

se vi rimane un briciolo d’amore per noi ucraini, smettetela, anche nelle conversazioni private, di chiamarci «fascisti», «partigiani di Bandera», «nazisti» e «nazionalsocialisti».
Queste parole uccidono!
Ricordate le parole del Salvatore: «Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: Stupido, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà destinato al fuoco della Geenna» (Mt 5,21-22)!
 
Sapete cosa mi ha colpito più di tutto ieri, quando guardavo il Maidan dall’alto del palco su cui c’erano la gente e le bare? Che all’angolo tra via Institutskaja e il Krescatik, proprio nel punto dove ci sono stati gli scontri più cruenti, per tutta l’altezza del palazzo corre la reclame della Cassa di Risparmio Russa, e nell’edificio si trova una filiale della banca che aveva le vetrine perfettamente intatte, nonostante siano attaccate alle barricate…
Qui non si combatte contro i russi, i russofoni o la Chiesa russa canonica, come scrivono i media da voi. Comunque non intendo metterli in discussione.
Semplicemente chiedo a tutti: se siamo tutti membri della stessa Chiesa ortodossa, se considerate Kiev «la madre delle città russe», non gettate benzina sul fuoco ma pregate per noi, e ascoltateci.

Padre Georgij Kovalenko, capo Ufficio stampa della Chiesa ortodossa ucraina Patriarcato di Mosca.

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